Buona visione
intervista a Marco Gisotti
Tutto inizia nel 1897 in Azerbaigian, quando Kamill Serf, operatore cinematografico, si trova nella capitale Baku e riprende un pozzo di petrolio in fiamme. Ecco, questo secondo il critico e cineasta francese Bertrand Tavernier, è il primo film ecologista mai realizzato. Da qui parte la storia del rapporto tra cinema e ambiente per arrivare fino ai giorni nostri, e continuare con quelli a venire.
Marco Gisotti, cinefilo e giornalista, docente universitario, esperto di green economy e comunicazione ambientale, nel suo libro Ecovisioni. L’ecologia al cinema dai fratelli Lumière alla Marvel ci propone 150 film che raccontano i 125 anni di storia del cinema per dimostrare come l’attenzione verso l’ambiente sia stata sempre presente, sin dalle origini di questa arte. Perché, come scrive Claudia Cardinale nella Prefazione al libro, il cinema non solo fa bene all’anima, ma può fare bene anche all’ambiente.
Il tour di presentazioni ed eventi legati all’uscita del libro è solo all’inizio, non perdetevele e… buona visione!
Perché hai deciso proprio adesso di scrivere Ecovisioni?
In realtà l’ho deciso nel 2006 dopo aver letto il libro di Serenella Iovino Ecologia letteraria. Da cinefilo e da giornalista ambientale, avrei voluto leggere da subito qualcosa di simile sul cinema, ma non c’era. Almeno non in lingua italiana. La prima idea risale ad allora e da allora ho cominciato a raccogliere dati, comprare libri, ritagliare articoli e, soprattutto, a classificare i film.
Da allora ad oggi ci sono stati altri libri e la creazione di un premio dedicato ai film 'green' che con Green Cross proponemmo alla Mostra internazionale del cinema di Venezia e che oggi è arrivato alla sua undicesima edizione.
Persino un documentario per Rai Storia su cinema e ambiente.
Credo che nell’anno in cui anche un regista come Paolo Virzì dirige un film così fortemente ambientale come Siccità ormai i tempi fossero maturi perché Ecovisioni arrivasse in libreria.
Ecovisioni
L’ecologia al cinema dai fratelli Lumière alla Marvel – in 100 film e 5 percorsi didattici
Marco GisottiÈ cambiato qualcosa nel rapporto tra cinema e tematiche ambientali?
Fra il 1897 quando i Lumière hanno prodotto Baku e il 2022 quando è uscito Siccità di Virzì c’è tutta la storia del pensiero ecologista. Il cinema degli anni Venti del nostro secolo è sempre più cosciente della crisi ecologica, anche nel nostro paese. Basta scorrere l’elenco dei titoli che ho inserito nel libro. Al lettore scoprire quali!
Quali sono i criteri di selezione che hai utilizzato per la scelta dei film?
Per ogni film che ho scelto ho dovuto lasciare fuori almeno altre tre o quattro che facevano parte della mia selezione iniziale. E ho scelto quelli che secondo me fossero più rappresentativi.
Fra questi, ho voluto prendere in esame solo quelli di 'finzione' e non i documentari, la cui produzione è sterminata. E fra i film di finzione ho inserito solo quelli che hanno avuto grande impatto sul pubblico o che, in qualche modo, siano stati importanti nel dibattito.
Tra i 150 film ce ne sono che apparentemente non c’entrano nulla con l’ambiente… Ma quanti ne hai visti?
Ce n’è uno che preferisci tra tutti?
Credo che leggendo la scheda di ogni film troverai la risposta al perché tutti nessuno escluso erano necessari per costruire una sorta di viaggio su come la percezione dell’ambiente è maturata nel cinema e attraverso il cinema. Il libro serve proprio a vedere o rivedere tanti film sotto l’ottica dell’ecocritica. Essere un cinefilo ha aiutato. In 54 anni di vita penso di aver visto migliaia di film ma un preferito fra quelli che scelto per il libro non ce l’ho: come fai a scegliere fra Il viso pallido di Buster Keaton, Le mani sulla città di Francesco Rosi o Avatar di James Cameron? Per dirne tre che hanno anche fatto la Storia del cinema.
Nel libro presenti cinque percorsi didattici, sono pensati per particolari fasce d’età? Come possono essere utilizzati dal docente in classe?
Premesso che non ci sono film "vietati" fra quelli scelti, alcuni sono sicuramente più adatti ai bambini e alle bambine o agli studenti e alle studentesse delle scuole secondarie di primo o secondo grado. Ogni percorso ha una sua tematicità ma ogni docente può usare l’intero libro per comporre, secondo la sua sensibilità o secondo il programma di studi che ha sviluppato la sua personale lista. Per ogni film, infatti, ho voluto indicare i temi che tratta e l’età consigliata: bambini, tutti e sopra i 14.
E adesso che piano di presentazioni hai immaginato per diffondere il tuo libro?
Festival di Sanremo, Porta a Porta e Masterchef sono gli obiettivi che mi sono dato per andare a presentare il libro in tv… ma credo che nel frattempo dovrò scendere a più miti consigli e ho pensato a un vero e proprio tour per l’Italia in librerie e cinema, grazie anche ai tre partner di questo libro che sono Green Cross Italia, Lifegate e l’Associazione nazionale esercenti cinema (Anec). Conto di incontrare anche tanti studenti e studentesse. Ci saranno poi i numerosi festival e manifestazioni culturali attraverso i quali potremo costruire dei veri e propri incontri anche con gli artisti e le artiste del cinema.