PuntoSostenibile

Ecovisioni a Venezia

di Marco Moro
pubblicato il 20/09/2023

Il premio Green Drop Award viene assegnato ogni anno dal 2012 ai film, fra quelli in gara nella selezione ufficiale della Mostra del Cinema di Venezia, che interpretano al meglio i valori dell’ecologia e dello sviluppo sostenibile. Il direttore del premio, Marco Gisotti (autore di Ecovisioni), sottolinea che a differenza di festival dedicati al cinema verde in cui vi è una selezione a monte dei film e il pubblico è composto soprattutto da militanti, il premio è nato per indagare quanto i temi ambientali fossero (o meno) diffusi nel mondo del cinema mainstream.

È significativo che quest’anno ad aggiudicarsi il Green Drop siano state due opere, entrambe sul delicato tema dei migranti: The green border. Il confine verde di Agnieszka Holland e Io Capitano di Matteo Garrone, più un premio speciale per il docufilm Materoa viva presentato fuori rassegna (un racconto corale, educativo e divulgativo che insegna come un mondo diverso sia possibile ma solo se ognuno di noi si impegna a fare la propria parte).

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Marco Gisotti spiega che non si tratta di un ex-aequo ma di due opere considerate complementari e contigue. Secondo la giuria, i due film trattano entrambi il tema dei processi migratori e ne delineano gli aspetti umani e politici, in relazione a contesti geoambientali molto differenti ma complementari. Due vere “odissee contemporanee”, narrate con efficacia drammatica e grande resa poetica, che rappresentano bene un momento storico dove le migrazioni umane sono un fenomeno umanitario ed ecologico, tragico segno della profonda crisi di identità e di valori della società contemporanea. Due film che portano sullo schermo il lato crudele e quello solidaristico di un’umanità al bivio.

Un dettaglio importante. Il trofeo che viene assegnato ai film vincitori è una “grande goccia d’acqua” soffiata dal maestro vetraio di Murano Simone Cenedese e che ogni anno contiene un pugno di terra proveniente da un luogo significativo del Pianeta. Quest’anno contiene quella della Villa di Galileo Galilei ad Arcetri (Firenze) per celebrare i 400 anni esatti da quando il grande scienziato fiorentino usò per la prima volta la parola “ambiente” nella sua accezione moderna nell’opera Il saggiatore, pubblicata nel 1623. Dobbiamo dunque al genio italiano, fondatore della scienza moderna, la paternità di una delle parole più utilizzate (e abusate) nel nostro lessico quotidiano.


Immagine: Green Drop Award