L'economia circolare ci aiuterà
Intervista a Kate Raworth
Kate Raworth, che ruolo possono svolgere la bioeconomia e l’economia circolare nel riconnettere economia, ambiente e società? Il progresso verso un’economia basata maggiormente su un uso sostenibile di risorse rinnovabili può contribuire a portarci in quello spazio “sicuro ed equo per l’umanità”? A quali condizioni?
Se vogliamo avere una chance di stare dentro lo spazio sicuro ed equo della "ciambella" dobbiamo avere l’intelligenza di mettere l’idea di economia circolare al centro delle nostre economie. L’economia circolare è uno dei modi più diretti e dinamici per riportare le attività economiche entro i confini planetari. Ma se vogliamo che questa ci aiuti anche ad agire sulle fondamenta sociali, dobbiamo ragionare su cosa può implicare l’adozione di politiche e modelli di business a essa improntate. Di cosa dovrebbe trattarsi? Cercare di soddisfare le necessità in termini di salute, energia e cibo delle fasce a più basso reddito attraverso un approccio di economia circolare, coinvolgendo le comunità locali e le minoranze nella progettazione; promuovere misure focalizzate sulla creazione di lavoro, considerando gli effetti distributivi dello spostamento verso l’economia circolare. Queste idee sono sintetizzate in una nota che ho redatto per l’International Institute for Environment and Development e pubblicata nel relativo sito web.
L'economia della ciambella
Sette mosse per pensare come un economista del XXI secolo
Kate RaworthQuale può essere l’impatto di un’economia più efficiente dal punto di vista del consumo delle risorse? Lo sviluppo di un’economia circolare può condurre a una decrescita? Meno consumi, minore produzione, minore occupazione: è un rischio reale? Oppure questi sviluppi potrebbero indurre un effetto positivo, creando una domanda aggiuntiva e stabilizzando le economie?
Se vogliamo vedere una continua crescita nelle economie delle nazioni più ricche, allora come prima cosa dobbiamo ripensare a cosa intendiamo con "crescita" dal momento che gli attuali incrementi del Pil sono in buona parte generati da un ampliamento delle ineguaglianze sociali e del degrado ambientale. Più importante di un reddito nazionale costantemente in crescita è una sua distribuzione di gran lunga migliore di quella attuale, unita alla rigenerazione del capitale umano, sociale e naturale, da cui dipendono la nostra ricchezza e il nostro benessere. Mentre la transizione verso un’economia circolare continua il suo decollo, abbiamo bisogno di sviluppare una metrica adatta a cogliere la crescita di questa vera ricchezza. Ritengo che oggi, nelle nazioni più sviluppate, abbiamo l’occasione per creare delle economie in cui la questione dell’andamento annuale verso l’alto o verso il basso del Pil non sia più considerata come il segnale fondamentale del successo, perché avremo più ricche e importanti misure di quel benessere che, in definitiva, tutti cerchiamo.
Articolo pubblicato su Materia Rinnovabile, n. 2, Edizioni Ambiente, gennaio-febbraio 2015
Immagine: TED2018, Vancouver