Pensare il lungo termine è ok, ma come?
Un interessante e documentato articolo ripreso da ASVIS nel magazine Futuranetwork analizza le contraddizioni e i rischi proposti dal “lungoterminismo”, e lo fa concentrandosi su una delle figure più rappresentative di questa tendenza. Naturalmente, si parla del “tycoon-che- vive-nel-futuro”, Elon Musk, e includere il suo nome in un articolo o news pare funzioni come una specie garanzia del fatto che quel testo verrà comunque letto. Ma l’articolo citato vale la lettura perché pone, tra le tante, una questione che ci riguarda: quel pensiero orientato al futuro ha a che fare con la necessità di cambiare un’attitudine tutta orientata all’oggi, dominata dalla tirannia dell’adesso e dalla gratificazione immediata, che caratterizza molti dei nostri comportamenti individuali quanto l’economia, la finanza e (qui viene forse il peggio) troppa politica?
Come essere un buon antenato
Un antidoto al pensiero a breve termine
Roman KrznaricLa risposta è che quell’idea di pensiero a lungo termine (la tecno-fuga) affascinante e vincente da molti punti di vista (vincente soprattutto in termini di comunicazione, di ricadute sul personaggio Musk e quindi sulle sue attività più concrete) non è quella che ci può servire per realizzare obiettivi che per qualcuno possono apparire meno affascinanti della colonizzazione di Marte. Sono gli obiettivi che riguardano la vita su questo pianeta e un’idea di giustizia intergenerazionale che pensa alle generazioni presenti e future, obiettivi come quelli descritti in Una Terra per tutti, realizzabili, appunto, nello spazio di una generazione. Non è necessario per questo formulare giudizi negativi o attribuire patenti di irrealizzabilità a idee come la terraformazione di un altro pianeta o alle visioni transumaniste. Ma proprio per la capacità di impatto che hanno visioni come quella incarnata da Musk, quando si parla di pensiero a lungo termine è importante avere gli strumenti per distinguere.
C’è una necessità di pensiero a lungo termine per costruire il futuro rappresentato, per esempio, nei 17 Sustainable Development Goals, ed è di questa forma di pensiero che parla Roman Krznaric in Come essere un buon antenato e nell’intervista riportata in questo numero della nostra newsletter. Può sembrare strano che un libro scritto da influente filosofo sociale (questo suo ultimo libro è già tradotto o in corso di pubblicazione in una quindicina di lingue diverse ed è un libro che si rivolge a tutti, ma proprio tutti) appaia nel nostro catalogo, ma la connessione tra il pensiero a lungo termine e i temi di cui ci occupiamo da sempre è strettissima ed evidente (la definizione stessa di sostenibilità lo contiene in nuce: uno sviluppo in grado di assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri). E infatti la si ritrova nei ritratti di figure femminili protagoniste del pensiero ambientale tracciati da Silvana Galassi in Dalla parte di Gaia o nei messaggi contenuti nei 100 film descritti da Marco Gisotti in Ecovisioni. Marte? Può attendere.
Ps: ma se non siamo finora stati capaci di garantire condizioni di vita eque e sostenibili su questo pianeta, perché mai dovremmo essere in grado di farlo altrove? Le grandi domande che nemmeno Mr Musk “risolvo problemi” probabilmente si pone.