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PuntoSostenibile

Perché abbiamo bisogno della natura

di Paola Fraschini
pubblicato il 13/12/2023

Le nostre peggiori paure si stanno realizzando: siamo diventati una “specie solitaria”, viviamo rinchiusi in cubicoli, automobili e palazzi, trascorriamo solo l'1-5% del nostro tempo all'aperto, nel 2007 parole come "ghianda" e "ranuncolo" sono state rimosse dall'Oxford Children’s Dictionary, sostituite da "banda larga" e "taglia e incolla", il numero dei morti per disperazione (alcolismo, droghe, depressione) è in crescita, così come le allergie e l’obesità, il nostro clima e la nostra biodiversità sono in grave pericolo e mai come in questo periodo di pandemia planetaria la natura è scomparsa dal nostro orizzonte e l'aria si è fatta pesante.

Non possiamo ignorare che l’essere umano ha vissuto per migliaia di anni nella natura, evolvendosi in equilibrio con essa, e negli ultimi due secoli, a causa dell’urbanizzazione forzata (entro il 2050 circa il 68% degli esseri umani vivrà in aree urbane), è stato rotto un rapporto millenario che ha prodotto condizioni di stress e squilibri rilevanti nel nostro organismo. Si parla di “estinzione dell’esperienza”, “solastalgia”, “solitudine da specie”, “sindrome da deficit di natura”. Insomma, stiamo male, e le nostre menti hanno bisogno della natura come di una medicina.

La specie solitaria

Perché abbiamo bisogno della natura

Ben ce lo fa capire Lucy Jones, scrittrice e giornalista di scienza e natura, nel suo libro La specie solitaria. Ci dimostra che l'importanza di trascorrere del tempo nella natura non è più una questione astratta e fornisce le prove di come la natura ci renda più calmi, più sani, più felici e persino più gentili. Tra viaggi, interviste, letture ed esperienze personali che si intrecciano, le pagine ci conducono a un’unica verità scientificamente provata: se perdiamo la nostra relazione con il mondo naturale rischiamo di perdere una parte di noi stessi e una profonda esperienza psichica di cui abbiamo tutti bisogno.
 
Basta ascoltare i suoni di un bosco, respirarne i profumi e gli oli essenziali rilasciati dagli alberi, osservare le sfumature dei colori di un prato per far diminuire la frequenza cardiaca, abbassare la pressione sanguigna e rinforzare il sistema immunitario. Numerosi studi hanno dimostrato che il semplice guardare un'immagine del mondo naturale può avere benefici per la riduzione dello stress e il benessere (sarà per questo che oggi gli sfondi più comuni per i computer o i portatili sono immagini di ciliegi in fiore, distese di foglie in autunno e mari turchini?).
 
Se la soluzione alla crisi della vita moderna inizia a sembrare semplice e ovvia, che tutti abbiamo solo bisogno di più natura nelle nostre vite, la Jones documenta anche il declino della natura. Visita la foresta di Białowieża al confine polacco-bielorusso: una delle ultime foreste primarie d'Europa è minacciata dal disboscamento. Ci conduce fino a un altro faro di speranza in pericolo: la Svalbard Global Seed Vault, una fortezza scavata nel ghiaccio dell’Artico per immagazzinare semi di piante da tutto il mondo in caso di disastro globale - pronta a ripopolare il mondo del futuro. Ma non è detto, la Jones scopre che è già stata allagata una volta, a causa dello scioglimento del ghiaccio e delle forti piogge. I semi sono sopravvissuti intatti, ma quante altre inondazioni possono sopportare? Il finale della storia è ancora aperto.