Imparare dal bosco
Strategie della natura
"Ogni albero cresce in tre direzioni: gemma terminale dopo gemma terminale il fusto cresce in altezza, anello di accrescimento dopo anello di accrescimento il tronco aumenta di circonferenza. Contemporaneamente, gli apici radicali si spingono con forza attraverso strati di terreno in apparenza impenetrabili, scendendo sempre più in profondità nel mondo ipogeo. Non importa che sia soffice humus o dura argilla, sabbia asciutta o una riva fangosa: imperterriti si fanno strada attraverso gli ostacoli o li aggirano abilmente. Le radici sono viandanti di mondi oscuri. Nelle loro buie profondità ricorrono a un ampio ventaglio di astute strategie di sopravvivenza, propagazione e dominio.
Ogni forma di vita che voglia propagarsi in un terreno così difficile non può permettersi innanzitutto dispendi energetici inutili, né tantomeno battaglie insensate. Al contrario, deve stringere abili alleanze con tutti gli altri esseri viventi e potenziali partner. Gli amici sono sempre preziosi e la collaborazione facilita le cose. Le guerre, invece, fanno sprecare preziose energie vitali, senza peraltro portare a nulla. E, a quanto pare, le radici lo sanno benissimo.
Ma sanno benissimo anche qualcos’altro: cooperazione e amicizia funzionano solo se procurano vantaggi a entrambe le parti. Le radici danno nella stessa misura in cui prendono da altri esseri viventi. Si preoccupano in modo quasi materno degli amici che fanno il loro bene. Ammassare tutto e tenerlo per sé condurrebbe solo all’immobilità, che per la natura equivale alla morte. Così, anche le radici fanno ogni sforzo per rimanere all’interno del flusso della vita.
Con quali forme di vita instaurano scambi le radici sotto terra? Con chi esercitano i loro commerci? I loro primi amici sono i funghi, veri e propri compagni di vita che stanno al fianco degli alberi e delle relative radici, nella buona e nella cattiva sorte. Gli uni possono fidarsi degli altri al 100%. Non importa se siano finferli o porcini, amanite muscarie o meno conosciuti gambi con cappello che popolano i terreni boschivi, coloratissimi o poco appariscenti, piccoli e panciuti o alteri e slanciati: nessuno cresce inutilmente vicino a un qualche albero. Non per nulla, del resto, i raccoglitori di funghi esperti sostengono che dove non ci sono alberi non ci sono funghi.
Quali misteri si celano dietro i loro corpi fruttiferi? Perché spuntano sempre nello stesso posto? I funghi sono davvero esseri misteriosi. Quello che di loro vediamo, e di tanto in tanto mangiamo, è la parte più piccola del loro organismo. I funghi dalle stravaganti forme visibili nei terreni boschivi non sono altro che corpi fruttiferi spuntati per breve tempo al solo scopo di produrre quelle spore che servono alla propagazione di questi abitanti del mondo sotterraneo. Per il resto, i funghi sono esseri viventi che dimorano sotto terra, simili a radici, nel silenzio e al riparo da occhi indiscreti. Sono amplissime reti di sottili filamenti che si diramano attraverso il suolo boschivo. [...]
A che scopo la natura ha predisposto un tale groviglio di filamenti sotto terra? Il micelio fungino svolge due funzioni importantissime che vanno a vantaggio di tutte le piante del bosco: la prima è la trasmissione di informazioni e la seconda il trasporto di sostanze nutritive.
Proprio come il nostro sistema nervoso che, grazie alle sue fini diramazioni raggiunge lunghezze incredibili, i miceli sono in grado di trasmettere attraverso impulsi biochimici informazioni, messaggi e notizie. [...] Attraverso questo "Internet dei funghi" gli alberi possono trasmettere agli altri esemplari della propria specie informazioni di vitale importanza: carenza di acqua e siccità, infestazioni da bostrico, danni provocati da forze della natura e simili. Chi è collegato alla rete dispone di informazioni precise e può prepararsi per tempo prima di esserne colpito direttamente. [...]
L’albero è astuto. E fornisce una ricompensa che al fungo non basterà mai e che con le proprie forze non potrà mai avere: il dolce, dolcissimo glucosio. Glucosio che l’albero produce con la fotosintesi. Glucosio che per l’albero rappresenta energia immagazzinata, un carburante prezioso e indispensabile nella sua crescita. Ma l’albero è così lungimirante da fornire una parte della sua produzione agli amici sotto terra per ottenere nutrimento e rifornire la rete.
Solo così il bosco riesce ad agire in modo coerente come un unico grande organismo, come un unico essere vivente i cui componenti dispongono tutti contemporaneamente delle stesse informazioni. Solo così si può organizzare una vita comunitaria. Solo così gli alberi possono sviluppare e realizzare strategie comuni..."
Strategie della natura, il libro di Erwin Thoma di cui riportiamo l’estratto, racconta di un grande amore per piante e foreste e ci insegna che possiamo imparare tanto dal bosco, perché il bosco testimonia il successo del principio della cooperazione e della crescita moderata. Alberi, boschi e foreste sono fondamentali alla vita sulla Terra per la loro capacità di catturare l’anidride carbonica e trasformarla in ossigeno: rappresentano il più importante polmone verde del pianeta.
In realtà, il loro contributo è di gran lunga maggiore. Custodiscono la saggezza e l’esperienza maturate nel corso di un percorso lunghissimo, in cui hanno sviluppato stupefacenti strategie di sopravvivenza per affrontare le inondazioni, gli incendi, le glaciazioni e le tempeste che si sono susseguiti nel corso della storia climatica, e hanno preparato il terreno per la vita di mammiferi ed esseri umani. Nel bosco non ci sono scarti e ogni materiale è destinato a un nuovo impiego in un’eterna circolarità. Il bosco non si indebita scaricando le conseguenze alle generazioni future, e ci mostra il perfetto esito di un sistema che, agendo come un unico organismo, provvede ai bisogni di tutti.
Un libro tutto da leggere, da regalare e farne tesoro.