La bioeconomia circolare: un pilastro da 1.700 miliardi per la transizione verde
L'estate del 2024 ha raggiunto nuovi primati in termini di temperature elevate, e secondo Samantha Burgess, Vice Direttrice del CopernicusClimateChange Service (C3S), è altamente probabile che questa serie di temperature record aumenti la probabilità che il 2024 sia l'anno più caldo mai registrato. Gli eventi estremi legati al clima, come le ondate di calore e le alluvioni, sono destinati a diventare sempre più frequenti e devastanti, come dimostrano i recenti disastri in Emilia-Romagna, colpita dal quarto disastro naturale in appena 18 mesi. Le conseguenze per l'umanitàsaranno gravissime se non si adotteranno con urgenza misure per ridurre le emissioni di gas serra.
Per decarbonizzare i sistemi economici è essenziale adottare strategie che integrino la sostenibilità in tutti i settori dell’economia, riportando la natura al centro dei processi produttivi. La bioeconomia circolare, in particolare, offre una via concreta per raggiungere questo scopo. Utilizzando materie prime rinnovabili e pratiche sostenibili, la bioeconomia circolare non solo promuove la prosperità economica, ma si propone anche come una soluzione efficace per mitigare gli effetti della crisi climatica e proteggere la natura, vista come un prezioso alleato in questa urgente transizione che tutti gli Stati devono compiere. Ma che cos'è esattamente la bioeconomia circolare? Quanto sono sviluppate queste pratiche a livello globale? E in Europa?
A queste e molte altre domande risponde Mario Bonaccorso, giornalista e direttore di SPRING, il Cluster italiano della bioeconomia circolare, nel suo nuovo libro Che cosa è la bioeconomia circolare. Il volume fa parte della collana Che cosa è, concepita per spiegare in modo chiaro e accessibile i grandi temi contemporanei, senza inutili tecnicismi o complicazioni. L'obiettivo è offrire una visione completa e aggiornata su ciascun argomento, rendendoli comprensibili a tutti.
Per comprendere come la bioeconomia circolare si applica nei diversi ambiti, Mario Bonaccorso esamina in dettaglio i principali settori coinvolti, dall’automotive all’alimentare, passando per l’edilizia, il tessile e la moda. Il libro si concentra inoltre sui paesi leader in questo campo, presentando esempi concreti di pratiche di bioeconomia circolare già in atto. In Italia, ad esempio, si esplorano le bioraffinerie in Veneto e Sicilia, mentre a livello europeo vengono analizzati casi di successo in Francia, Germania, Irlanda e Spagna, dove il ruolo dell’agroalimentare è preponderante. Riconoscendo che la transizione verso la bioeconomia non può limitarsi all'Europa ma deve avere una portata globale, Bonaccorso ci guida anche negli Stati Uniti, dove la prima strategia nazionale per la bioeconomia, la"National Bioeconomy Blueprint", è stata lanciata dal presidente Barack Obama nel 2012. Si arriva poi in Brasile, uno dei protagonisti mondiali del settore grazie alla sua ricca disponibilità di risorse naturali. “La bioeconomia circolare rappresenta un cambio di paradigma dirompente che ci consente di riconciliare la crescita economica e la creazione di posti di lavoro altamente qualificati con la tutela dell’ambiente e della salute umana e animale. Si tratta di un pilastro del Green New Deal, che nei soli quattro maggiori Paesi europei (Germania, Francia, Italia e Spagna) vale 1.700 miliardi di euro, ma che è incomprensibilmente assente dal PNRR in Italia e persino dal Rapporto Draghi sulla competitività in Europa”, afferma Mario Bonaccorso.
Oltre a una ricca narrazione e all'analisi dei dati raccolti, il libro presenta una serie di interviste con alcuni dei maggiori esperti mondiali di bioeconomia circolare. Tra questi troviamo Kevin O’ Connor, docente di Microbiologia applicata e Biotecnologie all’University College Dublin e direttore di BiOrbic, Bioeconomy SFI Research Centre, Sandy Marshall, fino al 2022 direttore esecutivo di Bioindustrial Innovation Canada e Massimo Centemero, vicepresidente dello European Compost Network e direttore generale del Consorzio italiano compostatori (Cic), solo per citarne alcuni.