Economia circolare
L’economia circolare rappresenta il paradigma di sviluppo scelto dall’Unione Europea per rendere compatibile la crescita economica con i limiti imposti dall’ambiente. Sarebbe riduttivo considerare questa innovazione come l’opportunità di vedere una risorsa nel rifiuto. L’economia circolare è molto di più, e propone un modello in cui gli attori produttivi sono chiamati a collaborare nell’interesse reciproco, e nel quale i territori sono valorizzati a partire dalla specificità delle loro produzioni e delle loro comunità.
Edizioni Ambiente ha contribuito all’evoluzione di questa disciplina fin dall’inizio, e può oggi offrire una vasta scelta di titoli sul tema.
Si può partire da “Economia circolare per tutti” di Walter Stahel, uno dei pionieri dell’economia circolare. Il libro ricostruisce il percorso di crescita di questa disciplina, e illustra gli sviluppi che si delineano all’orizzonte.
“Che cosa è l’economia circolare”, di Emanuele Bompan e Ilaria Nicoletta Brambilla, è oggi il riferimento obbligato per chi vuole conoscere la storia e le caratteristiche del pensiero circolare.
C’è poi tutta l’area della bioeconomia, uno dei comparti più rilevanti dell’economia circolare.
In “Bioeconomia” Stefano Ciafani e Beppe Croce ricostruiscono la genesi storica dei fondamenti della bioeconomia e i suoi ambiti di applicazione, dedicando ampio spazio all’approfondimento delle politiche di sviluppo del settore.
Sempre sullo stesso tema, “Che cosa è la Bioeconomia” di Mario Bonaccorso e Irene Baños Ruiz definisce con grande chiarezza il perimetro di applicazione della bioeconomia e fa piazza pulita delle confusioni concettuali che intralciano ancor oggi il corretto sviluppo della disciplina.
In “The Bioeconomy Revolution” ancora Mario Bonaccorso accompagna il lettore in un viaggio tra Europa, Giappone e Americhe, in cui, attraverso l’esposizione di case studies e interviste ai protagonisti, mostra il processo di diffusione a livello globale delle tecnologie e della cultura della bioeconomia.
Catia Bastioli, una delle protagoniste assolute della bioeconomia italiana, in “Bioeconomia per la rigenerazione dei territori” illustra perché la bioeconomia può rappresentare uno straordinario catalizzatore per lo sviluppo delle realtà locali, dando nel contempo ai cittadini la possibilità di riappropriarsi delle redini dell’economia.
C’è poi la collana “Neomateriali dell’Economia circolare”, che è stata ideata proprio per presentare, anche grazie a un ampio corredo iconografico, lo stato delle innovazioni e il livello di circolarità raggiunti in diversi settori economici.
“Neomateriali 2.0 nell'economia circolare” fa il punto sugli sviluppi più recenti nei processi produttivi e nei materiali che sono alla base dell'economia circolare.
In “Neomateriali nell’economia circolare – Moda” Marco Ricchetti racconta di un settore, quello, appunto, della moda, che è stato molto rapido a recepire e a tradurre in pratiche industriali i concetti dell’economia circolare.
Roberto Sposini è invece il curatore di “Neomateriali nell’Economia Circolare - Automotive”. Un settore ad alto contenuto tecnologico come l’automotive è un campo di applicazione privilegiato per l’economia circolare e per le innovazioni legate all’impiego dei biomateriali.
Sempre nell’ambito delle applicazioni dei principi dell’economia circolare ai materiali, Walter Ganapini in “Bioplastiche: un caso studio di bioeconomia in Italia” racconta perché le bioplastiche rappresentano una delle massime espressioni del potenziale insito nell’economia circolare.
Ma l’economia circolare non si applica solo ai materiali, e propone soluzioni per tutti i settori dell’economia. Per un Paese come l’Italia, che basa buona parte del suo sistema economico e della sua identità sul settore alimentare, è naturale che il cibo divenga area di interesse particolare per l’economia circolare. In “Circular Economy for Food” Franco Fassio e Nadia Tecco spiegano proprio come e con quali risultati il pensiero circolare viene applicato al Food.
Infine, il catalogo di Edizioni Ambiente sull’economia circolare si chiude con dei testi che allargano gli orizzonti, materiali e concettuali, dell’economia circolare, e rivelano le enormi potenzialità di questo settore.
In “Material Matters”, Thomas Rau e Sabine Oberhuber propongono innovazioni davvero rivoluzionarie, come il Passaporto dei materiali, e raccontano i benefici che l’applicazione di alcuni dei principi di circolarità, come il modello di consumo del “prodotto come servizio”, ha arrecato alla loro attività imprenditoriale.
Il più noto teorico dell’economia circolare è probabilmente l’imprenditore belga Gunter Pauli, autore di “Blue Economy 3.0” e “Economia in 3D”. Alla base del pensiero di Pauli c’è la convinzione che il miglior esempio di economia circolare siano i cicli naturali, all’interno dei quali l’evoluzione ha fatto in modo che nulla venga sprecato. Pauli presenta nelle sue opere i trend di sviluppo ispirati ai cicli naturali, capaci di garantire non solo investimenti e posti di lavoro, ma anche inclusione e giustizia sociale.