Ecomafia 2022
Intervista a Laura Biffi
In Italia la criminalità ambientale continua a prosperare. Secondo il Rapporto Ecomafia 2022, redatto come ogni anno da Legambiente in collaborazione con le forze dell’ordine, nel 2021 i reati contro l’ambiente non scendono sotto i 30.000 illeciti (accertati 30.590), registrando una media di quasi 84 reati al giorno. Parliamone con Laura Biffi, coordinatrice dell’Osservatorio nazionale ambiente e legalità di Legambiente.
Il Rapporto Ecomafia viene pubblicato dalla metà degli anni ’90, cosa è cambiato e cosa invece è rimasto uguale nel tempo?
Il Rapporto Ecomafia è una fotografia annuale, attraverso i numeri, le storie e le analisi, della criminalità ambientale nel nostro Paese. Nel corso del tempo possiamo dire che sono cambiate sia le geografie sia gli attori. I reati più contestati, sebbene restino concentrati per lo più nelle regioni del Sud, quelle che in gergo definiamo "a tradizionale presenza mafiosa’" oggi non conoscono confini, il Nord Italia è stato ormai conquistato dai traffici di rifiuti, dagli appalti illegali, dalla corruzione. Infatti sono sempre tante le inchieste che smascherano vicende di voto di scambio tra politici e criminali.
A fare affari a danno dell’ambiente, accanto alle famiglie mafiose, troviamo vere e proprie holding criminali in cui i boss spesso sono solo dei coprotagonisti. Imprenditori senza scrupoli che in virtù di guadagni facili non esitano a fare accordi con la criminalità organizzata, con politici o funzionari corrotti nelle pubbliche amministrazioni, con intermediari che prestano i loro servizi facendo da cerniera tra i boss e i "colletti bianchi". Ed è proprio il movente economico la costante dell’ecomafia. Per questo è fondamentale incentivare l’economia sana e togliere spazio a quella illegale.
Ecomafia 2022
Le storie e i numeri della criminalità ambientale
a cura di Osservatorio nazionale ambiente e legalitàNeppure il Covid-19 ha rallentato i loschi traffici dell’ecomafia?
L’economia illegale durante la pandemia ha continuato a fare soldi. Nel 2021 abbiamo stimato un fatturato illegale di 8,8 miliardi di euro. Dobbiamo sempre ricordare che sono risorse sottratte alla collettività che finiscono nelle mani di pochi criminali a danno di ambiente e territori.
Il 2022 è stato un anno segnato da due risultati importanti per la tutela del nostro patrimonio ambientale e culturale: l’introduzione, agli artt. 9 e 41 della Costituzione, del richiamo esplicito alla tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, e l’approvazione del disegno di legge che ha introdotto nel nostro Codice penale i “Delitti contro il patrimonio culturale”. Un percorso di civiltà che speriamo possa proseguire anche in questa legislatura. Quali sono le proposte che avanza Legambiente?
La tutela dell’ambiente in Costituzione è un tassello fondamentale per costruire una nuova impalcatura normativa, fondamentale sia per sanare vuoti legislativi sia per affrontare alcuni temi in modo più efficace. Legambiente, anche in questa legislatura, ha avanzato 10 proposte di normativa. Tra queste, l’inserimento nel titolo VI-bis del Codice penale sanzioni adeguate ed efficaci nei confronti di chi commette crimini contro gli animali, il ripristino della corretta attuazione da parte delle prefetture di quanto previsto dall’art.10bis della legge 120/2020, in materia di demolizione di immobili abusivi, l’introduzione del delitto di incendio boschivo e, non ultima, l’emanazione dei decreti attuativi della legge 132 del 2016 che ha istituito il Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente, esiziale per garantire i controlli sulle opere da realizzare con il Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Tra le tante storie raccontate in Ecomafia, ce n'è qualcuna particolarmente emblematica dell’arroganza e del cinismo che contraddistinguono l’operato degli ecocriminali?
Tra le azioni più deplorevoli ci sono certamente gli incendi. Basti pensare al danno pesantissimo che i roghi causano in termini di perdita di superficie boschiva e biodiversità, di costi per le comunità, di vite umane. Si tratta di un reato vile e gravissimo, che sconta ancora un’evidente difficoltà nel contrasto da parte delle istituzioni e degli enti preposti. Nel 2021 l’Italia è stato il Paese europeo più colpito, con quasi 160.000 ettari di territorio andati a fuoco, ma che per questi incendi sono state arrestate solo 39 persone.