Anticipare il futuro, un libro alla volta
Sotto l’albero non solo regali, ma anche spunti per un futuro migliore
Natale è alle porte. Si sente nell’aria, lo si vede nei negozi, nella frenesia di un mercato dei consumi che accelera e in quel desiderio condiviso di fermarsi, almeno un po’. Fermarsi e tirare le somme di un anno appena passato. Fermarsi e interrogarsi sul futuro. Per qualcuno di noi, significa anche smettere di pensare individualmente e accarezzare pensieri di respiro collettivo, addirittura esistenziale: che tipo di mondo stiamo lasciando a chi verrà dopo di noi? Quale natura, quale clima, quali possibilità economiche? Domande difficili, scomode. Che stridono con il senso di ottimismo che una festa come il Natale vuole portare in questa parte di mondo.
L’autrice di questo articolo, una millennial che affronta l’ecoansia un libro alla volta, vuole suggerire tre letture perfette per chi, come lei, dedicherà molte ore delle imminenti feste alla lettura, in cerca di ispirazione e nuove speranze per il futuro.
Come essere un buon antenato
Un antidoto al pensiero a breve termine
Roman KrznaricCome essere un buon antenato di Roman Krznaric, libro che negli ultimi due anni è stato accolto con grande entusiasmo in tutta Italia, dal Festival di Internazionale a Ferrara al Premio Demetra, fino alle pagine sulle principali testate, è sicuramente il libro che meglio riassume il pensiero intorno alle preoccupazioni sul futuro e sull’eredità che stiamo lasciando. Non si tratta del solito saggio da scaffale. È una provocazione. Una sfida. Viviamo nell’era della gratificazione immediata, dello scroll infinito e del “compra ora, pensa dopo”. Ma chi paga il prezzo in questo vortice? Spoiler: non noi. Sono quelli che verranno dopo di noi, i figli dei nostri figli.
Il Good Ancestor di Krznaric è un libro che non ti dice cosa fare, ma ti chiede di pensare. Pensare sul serio. E magari di fare quel primo passo per diventare un buon antenato: non il parente che lascia debiti, ma quello che lascia speranza. La cosa bella di questo libro è che non ti giudica. Ti mostra che puoi rallentare, puoi riattivare quel “cervello ghianda” capace di immaginare il futuro e pianificarlo.
E mentre leggi, ti accorgi che il filo si allunga. Cosa vuol dire davvero “futuro”? Vuol dire costruire qualcosa di sostenibile, non solo in senso ecologico, ma umano. Qui arriva il secondo consiglio di lettura: La specie solitaria di Lucy Jones. Per capire perché senza alberi, senza animali, senza il verde che cresce intorno a noi, non siamo semplicemente più poveri: siamo persi. E non è poesia, è biologia, scienza. La natura non è solo bella da vedere, è necessaria per la nostra salute mentale e fisica. Lucy Jones non ha scritto solo un libro, ma un appello accorato a prendersi cura di sé stessi.
Poi ci sono quelli che vogliono andare oltre. Non basta ripensare il rapporto con la natura, bisogna ripensare le città, i luoghi dove viviamo. E qui entra in scena Building, una guida pratica e visionaria su come immaginare edifici che non siano solo “green” di facciata, ma veri e propri laboratori di futuro. Ti dice che ogni mattone, ogni cantiere, può essere un gesto politico, un atto di resistenza contro lo spreco e il degrado. Ed è qui che tutto si collega: diventare buoni antenati, riscoprire la natura e costruire città migliori non sono cose separate. Sono pezzi di un puzzle.
E allora? Allora quest’anno non regalate oggetti che si romperanno, si dimenticheranno o finiranno in qualche cassetto. Regalate visioni, storie, idee. Regalate libri che fanno pensare e che, magari, faranno agire. Perché sotto l’albero, oltre ai pacchetti e alle luci, c’è il futuro che stiamo scegliendo.