Come sarà il mondo nel 2052?
Scoprilo a Natale!
Il saggio 2052. Scenari globali per i prossimi anni è un’opera pubblicata nel 2012 da Edizioni Ambiente e curata da Jørgen Randers, professore emerito di Climate Strategy presso la BI Norwegian Business School, una delle figure di riferimento più importanti a livello mondiale in merito all’intersezione tra ambiente, economia e benessere.
L’obiettivo del saggio è quello di rispondere alla domanda “come sarà il mondo nel 2052?” utilizzando un approccio sistemico per analizzare interazioni e correlazioni tra fattori come inquinamento, disponibilità delle risorse, crescita economica, dinamiche politiche e sociali.
L’intento di Randers e dei numerosissimi studiosi che hanno contribuito al volume non è quello di indicare una previsione esatta, ma di anticipare e prevedere diversi scenari sulla base di tendenze empiricamente osservabili, di dati. Scenari che, invece di essere limitati a una sola visione globale, si concretano in contributi forniti da esperti di tutto il mondo, con lo scopo di fornire proiezioni altamente specifiche e regionali. Scenari, secondo Randers, in cui la crescita economica rallenterà a causa dei limiti delle risorse naturali, in cui il cambiamento climatico non sarà stato efficacemente contrastato e altererà pesantemente la vita di tutti i giorni delle persone a livello globale, in cui le disuguaglianze economiche tra gli Stati e tra regioni di singoli Stati si acuiranno; scenari in cui, nonostante tutto, emergeranno diverse innovazioni tecnologiche e sociali che renderanno l’adattabilità a questi cambiamenti un’ipotesi percorribile.
2052
Scenari globali per i prossimi anni
Jørgen RandersBene (più o meno). Ma perché regalare un libro del genere a Natale? Perché questo libro ha tutto: analisi dei fattori in gioco, della loro interrelazione, di micro e macroscenari, contributi e approfondimenti a cura di scienziati e ricercatori di tutto il mondo, proiezioni, previsioni, considerazioni, commenti. Ma soprattutto, perché rispetto a tanti altri libri affini ha qualcosa in più: contiene consigli. Ancora meglio: contiene una vera e propria consulenza. In venti punti.
Nessuna parafrasi, spiegazione o giro di parole restituirebbe la trasparenza, la lucidità e l’incisività con cui Randers si rivolge ai lettori nella sezione “Cosa dovreste fare?” di 2052. Di seguito si riporta un breve estratto.
“Dovreste lavorare per evitare il probabile futuro che ho previsto o per prepararvi a esso? La risposta è: entrambe le cose. Lavorate duro per cambiare il futuro, ma iniziate anche ora a individuare quei cambiamenti che miglioreranno il vostro benessere personale in un mondo che non si metterà affatto d’impegno e si lascerà vivere con una buona dose di povertà e un crescente cambiamento climatico.
A questo proposito, ho qualche consiglio: cose che voi come individui che vorrebbero vivere meglio, anche in una situazione dove la maggioranza politica prende decisioni che rendono il mondo meno attraente di quanto potrebbe essere altrimenti. La maggior parte di questi consigli si addicono a persone come me, che oggi vivono nei comfort del mondo ricco, benché non sia difficile scartare la parte che non vi riguarda e adattare il resto alla vostra situazione personale. Per chi vive in povertà il mio consiglio è lo stesso di quarant’anni fa: lavorate con cura e collettivamente per una società equa, produttiva e ben organizzata. Ciò può implicare, nel breve periodo, la rottura di ineguaglianze distributive/tradizioni/interessi.
Moralmente parlando, alcuni dei miei consigli sono ambigui, nel senso che se ognuno fa ciò che dico, tutti potrebbero trovarsi peggio. Ma pochi hanno dato ascolto a ciò che dicevo durante tutti gli anni in cui mi sono battuto a favore della sostenibilità, e quindi non mi aspetto di trovare adesso le masse a rincorrere i miei consigli. Dal momento che il futuro è, per come la vedo, una creazione dell’opinione della maggioranza, la maggioranza non solo non sarà d’accordo con i miei consigli, ma anche con le premesse che li rendono razionali.
Detto questo, avanti con i miei venti consigli”.
Di questi venti consigli la redazione ha selezionato quattro stralci, per farne saggiare il calibro e il taglio.
“1. Guardate alla soddisfazione piuttosto che al reddito
Ricordatevi che la soddisfazione è il vostro obiettivo centrale. Chiedetevi cosa realmente vi rende felici. Che cosa veramente vi soddisfa? In quali situazioni desiderereste trovarvi? In altre parole: cosa vorreste che succedesse nei prossimi quarant’anni? O, qualora non voleste vivere così a lungo, cosavorreste essere in grado di dire a voi stessi in punto di morte?
[…]
2. Non affezionatevi a cose che scompariranno
È dimostrato empiricamente che le persone finiscono per scegliere di fare ciò che hanno sempre fatto. Chi ha sempre giocato a carte ama giocare a carte. Persone che hanno sempre sciato amano lo sci. La cosa buona è che tutto ciò funziona anche al contrario: se ti piace l’idea che giocherai a carte quando sarai vecchio, puoi arrivarci cominciando da giovane e perseverando. Funziona anche per materie molto meno attraenti: se volete essere in grado di fare jogging quando comincerete a invecchiare, nulla è meglio di iniziare quando si è più giovani: dopo una decina di anni vedrete che il vostro corpo desidererà la scossa che gli dà il jogging.
Cos’ha a che fare tutto ciò con il futuro globale? Voi siete in grado di influenzare i vostri gusti futuri e quindi dovreste provare a orientarli verso ciò che andrà bene per il futuro. Come avete visto dalle mie previsioni, la vita del futuro sarà molto diversa da quella del passato. Se non prendete l’iniziativa, le vostre preferenze saranno condizionate dalla vostra vita passata. Con il risultato di farvi trovare il futuro sgradevole.
[…]
12. Smettete di pensare che tutto quello che cresce è buono
[…] Con ogni probabilità, siete come me e gli altri esseri umani. Siete contenti quando qualcosa in cui credete si avvera. E, come molti, pensate, o addirittura sentite, che ‘la crescita è buona’. Automaticamente, senza pensarci, giudicate la crescita un vantaggio, migliore della stagnazione, e certamente superiore all’assenza di crescita. Questo convincimento fa sì che vi sentiate soddisfatti quando le cose crescono – quando leggete sul giornale che il Pil sale, che gli occupati aumentano e i commerci si espandono – e che, al contrario, vi sentiate a disagio quando scoprite che la popolazione del Giappone si sta riducendo, che si vende meno formaggio e che le immatricolazioni di automobili sono calate del 7%. Come molti, intuite che qualcosa non va se le cose non crescono. Lo slogan ‘la crescita è vita’, declamato all’infinito dai pro-crescita, esprime molto bene la sensazione che di solito viene associata alla crescita.
Io ho però paura che le vostre sensazioni vi stiano condannando a soffrire una buona dose di infelicità assolutamente non necessaria. Se volete essere felici nei prossimi quarant’anni, vi suggerisco di rivedere i vostri convincimenti a proposito della crescita. Nei prossimi decenni, parecchie cose declineranno. In alcuni casi, il declino rappresenterà la soluzione a un problema, e come tale dovrebbe essere esaltato. In alcuni casi la crescita continua sarà disastrosa, e di certo non rappresenterà la soluzione. Quindi imparate, con il cuore e con la mente, a distinguere tra crescita buona e cattiva. E a celebrare, con lo stesso entusiasmo, la buona crescita e il buon declino.
[…]
15. Fate più del minimo indispensabile, per evitare rimorsi in futuro
Dopo che vi siete trasferiti nella vostra nuova abitazione superefficiente, e dopo che avete investito in compagnie che probabilmente faranno del bene in futuro, dovreste soffermarvi a considerare più attentamente la questione del vostro benessere.
Prima di tutto, dovreste prepararvi una risposta inattaccabile alla domanda: ‘Nonno, cosa hai fatto quando intorno al 2000 si è lasciato che le emissioni di gas serra crescessero a livelli incontrollati?’. Dovrete trovare una risposta buona per i vostri nipoti e per tutti quelli che non hanno ascoltato i miei avvisi e che adesso bussano alla porta del vostro paradiso chiedendo di entrare.
Per fortuna, la risposta è facile. Tutto quello che dovete fare è impegnarvi – idealmente in pubblico, ma va bene anche a livello personale, di quartiere e di comunità – per diffondere pratiche, politiche e prospettive sane. Dovrete spendervi sui temi della povertà e del cambiamento climatico, cercando soluzioni nella comunità di cui fate parte. Purtroppo, vi scontrerete con la crescente opposizione di elettori miopi e di politici interessati a tutelare qualche gruppo di interesse. Fareste bene a lasciare qualche traccia scritta, così nessuno potrà dubitare di quello che avete fatto […]”.
2052 è un vero e proprio trattato di futurologia, una riflessione cruciale per chiunque sia interessato alle questioni ambientali, economiche e sociali su scala globale. È un appello urgente, un monito: dobbiamo pensare oggi agli impatti che le nostre scelte avranno domani.
Immagine: Loren Cutler (Unsplash).