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Come sarà il nostro pianeta nel 2052?

La previsione di Jørgen Randers sugli sviluppi globali fino alla metà del secolo

di Annamaria Duello
pubblicato il 05/06/2024

Cosa ci riserva il futuro globale nei prossimi trent’anni? In che condizioni sarà il pianeta nel 2052 e come vivremo in risposta alle trasformazioni ambientali che stiamo osservando oggi? Quanto crescerà la popolazione e come cambieranno i nostri consumi? Come si trasformeranno le città e quale sarà il nostro nuovo rapporto con la natura? Come cambieranno gli equilibri geopolitici? Quali cambiamenti climatici possiamo aspettarci nell'immediato futuro?

Un libro prova a rispondere a queste e molte altre domande sempre più pressanti. Si tratta di 2052. Scenari globali per i prossimi anni, il noto Report del Club di Roma firmato da Jørgen Randers che, tramite l’analisi dati avanzata e il contributo di esperti dai settori più vari, offre una previsione accurata e verosimile degli sviluppi globali fino alla metà del secolo.

2052

Scenari globali per i prossimi anni
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Il quadro delineato da Randers, grazie all’analisi di dati ottenuti tramite supercomputer e software avanzati, e ai contributi di esperti da vari settori in tutto il mondo, è chiaro, coerente e attendibile. Il report prevede un futuro dominato dall’urbanizzazione. Vivremo sempre più nelle città, con un trionfo delle megalopoli a svantaggio dei piccoli centri abitati. Saremo più connessi e creativi, con una cultura prevalentemente urbana e artificiale, lontana da un mondo naturale in via di sparizione e ricca di intrattenimenti virtuali.

Cattive notizie per il miliardo di persone che oggi vive nella parte ricca del mondo: vivranno con un reddito pro capite più basso di quanto ci aspettiamo, senza un reale aumento dei salari. Questo perché le nazioni ricche dovranno utilizzare maggiormente la loro potenza economica per affrontare i nuovi problemi che le colpiranno, tra sfide energetiche e climatiche.

La visione del mondo al 2052 di Randers fotografa tre miliardi di persone che vivranno ancora al di sotto di uno standard di vita soddisfacente dal punto di vista materiale, soffrendo di inadeguate condizioni abitative, alimentari, sanitarie e di sicurezza. Probabilmente la popolazione non crescerà quanto previsto e temuto negli anni passati. Secondo lo scenario ipotizzato da Randers, la popolazione raggiungerà un picco intorno al 2040 per poi decrescere lentamente, registrando un calo della natalità (con un numero medio di 1 figlio per donna) e un aumento dell’aspettativa di vita (75 anni per individuo), con una conseguente riduzione degli impatti sulla biosfera.

Le energie rinnovabili non riusciranno a rimpiazzare i combustibili fossili in tempo per eliminare del tutto la possibilità di un riscaldamento climatico catastrofico, portandoci a superare la soglia dei 2 °C di aumento della temperatura globale. Buona parte della popolazione globale, in particolare chi abiterà al di fuori dei confini relativamente sicuri delle grandi città, vivrà in condizioni rese più precarie da siccità, alluvioni, invasioni di insetti, crescita del livello dei mari, perdita di biodiversità, improvvise e violente tempeste e numerose altre problematiche di carattere ambientale.

Il Report 2052, pubblicato per la prima volta nel 2012 e riproposto nel 2024 da noi di Edizioni Ambiente per la sua rilevanza nell’ambito degli studi futuri, oggi si conferma più preciso e verosimile che mai. Un’analisi che abbraccia diversi settori e che può aiutarci ad affrontare le turbolenze che nei prossimi decenni investiranno le nostre vite e quelle dei nostri figli e nipoti.


Immagine: Unsplash