Una Terra per tutti
Il più autorevole progetto internazionale per il nostro futuro
a cura di Jørgen Randers, Johan Rockström, Sandrine Dixson-Declève, Owen Gaffney, Jayati Ghosh, Per Espen Stoknes
Cinquant’anni fa un libro ci metteva
in guardia sulle possibili derive della crescita. The Limits to Growth – in italiano I limiti dello sviluppo – parlava chiaro: l’umanità si stava
spingendo verso un punto di non ritorno.
Oggi quel baratro è qui. Più vicino di
quel che avremmo immaginato. Molti dei limiti planetari di cui si parlava nel
1972 sono già stati oltrepassati. E l’aumento esponenziale della popolazione e
dei consumi, insieme all’inquinamento e alla riduzione delle risorse naturali,
non fanno altro che accrescere le disuguaglianze e minare la stabilità sociale.
Apparentemente, sembra essere troppo tardi per trovare una via d’uscita.
Una
Terra per tutti è un antidoto alla
perdita di speranza. Un insieme di indicazioni chiare verso un futuro
migliore di quello prospettato oggi. Utilizzando i più avanzati software di simulazione
e modellizzazione, imparagonabili per potenza di calcolo a quelli disponibili
nei primi anni Settanta, gli autori esplorano le politiche in grado di portare
il massimo beneficio al maggior numero di persone. La proposta che ne risulta
prevede cinque grandi, possibili svolte: cambiamenti di sistema che consentono
di raggiungere, nel tempo di una sola generazione, prosperità per tutti entro i
limiti planetari.
Scritto con uno stile accessibile e motivante, utilizzando un linguaggio chiaro e visualizzazioni estremamente efficaci, Una terra per tutti propone una visione solida in tempi dominati dall’incertezza e da una sorta di rassegnato pessimismo. Una guida per costruire un futuro sostenibile e per continuare a vivere bene su questo pianeta così fragile.
Trasformazione in decenni, non secoli
Questo libro parla del futuro; per la precisione, del futuro collettivo del genere umano in questo secolo. La civiltà sta vivendo una congiuntura senza precedenti. Pandemie, incendi e guerre scoppiano attorno a noi mentre ne scriviamo, segno evidente che l’umanità rimane ancora estremamente vulnerabile agli shock nonostante abbia vissuto un progresso straordinario. Al di là degli impatti immediati, ci troviamo nel bel mezzo di un’emergenza su scala planetaria che noi stessi abbiamo creato. Ciò che questo libro vuole rendere evidente è che il potenziale dell’umanità sul lungo periodo dipende dalla civiltà, una civiltà meravigliosa, estremamente creativa, caleidoscopica, stimolante e confusa che dovrà intraprendere non meno di cinque straordinarie trasformazioni nei prossimi decenni.
Conosciamo i punti deboli. Tutti sanno che dobbiamo porre fine alla povertà estrema per miliardi di persone. Tutti sanno che dobbiamo arrestare la crescita delle disuguaglianze. Tutti sanno che abbiamo bisogno di una rivoluzione energetica. Tutti sanno che le diete industriali ci stanno uccidendo e che il modo in cui ci procuriamo il cibo sta devastando la natura. Sappiamo che le popolazioni umane non possono aumentare all’infinito. E sappiamo che la nostra impronta materiale non può crescere all’infinito sulla Terra, piccolo pianeta blu e verde. Possiamo “noi” – intendendo tutte le persone e i popoli – unirci per attraversare questo secolo? Possiamo, con coraggio e convinzione, fare un balzo in avanti nello sviluppo umano? Possiamo superare le divisioni, lo sfruttamento neocoloniale e finanziario, le disuguaglianze storiche e la profonda, anzi profondissima, sfiducia che dilaga tra le nazioni per affrontare le emergenze sul lungo termine?
Possiamo realizzare una trasformazione sistemica nello spazio di decenni e non di secoli?
Due scenari e cinque vie
Fra tutti gli scenari di cui si potrebbe parlare, in questo libro ne abbiamo scelti due: Too Little Too Late (“troppo poco, troppo tardi”) e Giant Leap (“salto da gigante”).
Questi scenari prendono forma a partire da due diverse domande. La prima domanda, per lo scenario Too Little Too Late è: che cosa succederebbe se il sistema economico che domina sul mondo (e oggi anche la biosfera) continuasse a funzionare esattamente come ha fatto negli ultimi cinquant’anni? Le tendenze attuali in materia di riduzione della povertà, innovazione tecnologica e transizione energetica saranno sufficienti per evitare il collasso sociale e shock di portata planetaria? La domanda che si pone lo scenario Giant Leap è invece la seguente: che cosa succederebbe se, con un impegno straordinario, il sistema economico venisse trasformato per dare vita a una società più resiliente? E lo fa cercando di mettere a fuoco ciò che potrebbe essere necessario per eliminare la povertà, creare un clima di maggior fiducia e realizzare un sistema economico globale stabile che permetta alla maggioranza degli esseri umani di vivere nel benessere. I due scenari sono costruiti grazie al contributo di esperti e sulla base della letteratura accademica esistente, e la loro coerenza interna è garantita dal modello Earth4All.
Quando li combiniamo, arriviamo alle seguenti conclusioni. In primo luogo, in base agli attuali orientamenti del sistema politico ed economico mondiale possiamo prevedere un aumento delle disuguaglianze. Possiamo anche aspettarci che lo sviluppo economico nei paesi a basso reddito proceda troppo lentamente, causando di fatto il permanere di condizioni di povertà. A causa delle disuguaglianze all’interno dei paesi, è probabile che crescano nuove tensioni sociali verso la metà del XXI secolo.
In secondo luogo, è probabile che questi fattori contribuiscano a un’inadeguata capacità di risposta all’emergenza climatica ed ecologica. È probabile che la temperatura media globale superi nettamente i due gradi centigradi, limite stabilito nell’Accordo di Parigi sul clima e individuato dalla scienza come la linea rossa che sarebbe da irresponsabili (per non dire di peggio) superare. Molte popolazioni dovranno affrontare sempre più frequenti ondate di caldo estremo, gravissime siccità con conseguente perdita dei raccolti, piogge torrenziali e innalzamento del livello del mare. Il mondo rischia di vedere grandi instabilità locali come risultato delle crescenti tensioni sociali di questo secolo, con un impatto su scala globale. Oggi è più probabile che parti significative del sistema terrestre arrivino a punti di svolta improvvisi e irreversibili. È molto probabile che ciò aggravi ulteriormente le tensioni e i conflitti, come è molto probabile che le conseguenze del superamento dei limiti climatici ed ecologici si ripercuotano per centinaia, se non migliaia di anni.
In terzo luogo, emergono come cruciali cinque “cambiamenti di rotta” profondamente innovativi, per riuscire a ridurre i rischi sopraelencati.
Si tratta di:
1. porre fine alla povertà;
2. affrontare le crescenti disuguaglianze;
3. sostenere l’emancipazione femminile;
4. rendere il sistema alimentare sano sia per le persone sia per gli ecosistemi;
5. passare all’energia pulita.
Uscita: | novembre 2022 |
ISBN: | 9788866273707 |
Pagine: | 276 |
Formato: | 15x23 |
Stato: | pubblicato |
Se nel 1972 avessimo prestato attenzione a The Limits to Growth, non saremmo nella situazione in cui ci troviamo oggi. Ciò che resta di questo decennio potrebbe essere la nostra ultima opportunità di procedere, almeno in parte, nel modo giusto.
Bill McKibben, autore di The End of Nature e di Eearth
Un libro straordinario in un momento altrettanto straordinario. Spero possa ispirare un nuovo movimento di menti e anime disposte a salvare la nostra preziosa umanità.
Ban Ki-Moon, 8° Segretario Generale delle Nazioni Unite
Le idee esplorate in questo libro dovrebbero essere discusse in tutti i parlamenti del mondo. Dobbiamo cambiare le nostre economie in modo da cominciare ad anteporre le persone al profitto.
Vanessa Nakate, attivista per il clima e fondatrice del movimento “Rise Up” in Africa
Per la prima volta abbiamo una narrazione sul futuro che non è né utopica né catastrofica. È un futuro ambizioso. È vivibile per tutti e, soprattutto, è realizzabile.
Carlota Perez, autrice di Technological Revolutions and Financial Capital
Jørgen Randers
Jørgen Randers è professore emerito di Climate Strategy presso la BI Norwegian Business School. Esperto nel campo degli studi futuri, è una delle figure di riferimento a livello globale per l’analisi dell’intersezione tra economia, ambiente e benessere.
È stato vice-direttore generale del WWF, presidente di tre banche norvegesi, membro non esecutivo di numerosi...
Johan Rockström
È il direttore dello Stockholm Resilience Centre e professore di Sistemi idrici e sostenibilità globale all’Università di Stoccolma. Riconosciuto a livello internazionale come uno dei massimi esperti sulle questioni legate alla sostenibilità globale, guida le ricerche sui confini planetari – un approccio sempre più consolidato alla prosperità umana nell’Antropocene che è al...
Sandrine Dixson-Declève
Consulente politica, facilitatrice, speaker e autrice. Co-presidente del Club di Roma, è considerata una delle 30 donne più influenti nel promuovere il cambiamento verso la decarbonizzazione dell’economia.
Owen Gaffney
Scrittore, giornalista scientifico, filmmaker e analista per lo Stockholm Resilience Centre e il Potsdam Institute for Climate Impact Research. Ha scritto e prodotto documentari per BBC, Netflix, TED, World Economic Forum e WWF.
Jayati Ghosh
Economista e docente presso l’Università del Massachusetts. Autrice e curatrice di 19 libri e oltre 200 articoli scientifici, per la sua attività ha vinto diversi premi internazionali. Scrive regolarmente per giornali, riviste e blog.