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PuntoSostenibile

Ragazzi al potere

Montagne immaginarie

di Paola Fraschini
pubblicato il 11/12/2024

Sciare costa sempre di più, è diventato uno sport per ricchi. Soprattutto: sciare è un must e la neve deve esserci. A tutti i costi. Non importa che le temperature salgano, i ghiacciai come l’Adamello (il più vasto e profondo tra quelli italiani) si stiano riducendo e si celebrino i loro funerali (non per finta, davvero: nell’agosto del 2018 in Islanda si è celebrato il primo funerale per un ghiacciaio, l’Okjökull, aveva solo 700 anni – un’età giovane – ma la sua vita si è disciolta velocemente negli ultimi anni, ucciso dal troppo caldo). Basta però con le brutte notizie, le storie tristi o quelle grottesche (come l’assalto dei “merenderos”, montanari improvvisati cui non interessa il contatto con la natura o l’aria buona, ma solo scattare un selfie e salire in quota senza affaticare i polpacci, possibilmente in infradito…).

Basta dare contro a quella politica – nostrana e non – che nega ai piccoli comuni fondi per i trasporti e per l’istruzione mentre senza battere ciglio continua a puntare sull’economia legata allo sci facendo passare cabinovie e skilift come necessari alla vita della comunità. Non voglio raccontare neppure di Cesana Torinese in Alta Val Susa che punta a realizzare uno Ski Dome lungo 870 metri con due piste per la discesa, un tunnel a forma di “L” alto 12 metri e largo 60. Una struttura coperta da tirare su come ulteriore sfregio al paesaggio della montagna dal costo stimato di circa 50 milioni di euro. Un progetto che prende a modello Dubai dove all’interno del Mall of the Emirates, uno dei più grandi centri commerciali del mondo, lo Ski Dome è diventato un’importante meta turistica. Val Susa come Dubai, avete capito bene.

Basta! È Natale! Vi voglio regalare una storia bella, a lieto fine. (E non è l’unica contenuta in Montagne immaginarie di Michele Sasso). In più stiamo andando verso il 2025, eletto anno internazionale dei ghiacciai e oggi, 11 dicembre, è la Giornata internazionale della Montagna.

Montagne immaginarie

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Per festeggiarla vi voglio raccontare una storia che parla di “restanza”, un fenomeno che riguarda la necessità, il desiderio, la volontà di generare un nuovo senso dei luoghi. Leggetela e condividetela.

In alto lo spirito, e i calici! Ci sono buone speranze, bisogna crederci. Buone Feste!

"L’investimento ‘attrattività dei borghi’ è un intervento dedicato al rilancio turistico di piccoli centri in Italia per cui è previsto un finanziamento di oltre un miliardo di euro gestito dal ministero della Cultura. L’obiettivo è rigenerare i piccoli paesi partendo dalla valorizzazione del loro patrimonio culturale esistente, sostenendone lo sviluppo sociale ed economico. Un progetto ambizioso: entro giugno 2025 ben 1.500 interventi di siti culturali e artistici e 1.800 piccole e medie imprese supportate per rivalutare i borghi. I progetti finanziati sono 229 in 288 comuni dalle Alpi alle isole. Una pioggia di denaro pubblico: a fine 2023 sono stati assegnati 796,2 milioni di euro, di cui 59,4 milioni ciascuna alla Sicilia e alla Campania, 52 milioni alla Lombardia. Ci sono però progetti che non hanno bisogno di tanti fondi. A 120 chilometri da Livemmo, in una valle bergamasca parallela alla Val Sabbia, un gruppo di ragazzi si sono presi il potere per restare nel proprio paese: Dossena

In questo piccolo paese della Val Brembana dove non ci sono impianti sciistici (siamo a mille metri di quota e 900 residenti) l’unico obiettivo era scendere nel fondovalle e fare il pendolare. Fino al 2014 quando un gruppo di ragazzi si sono dati una motivazione per rimanere lì.

‘Il candidato sindaco Fabio Bonzi aveva appena 28 anni e ha coinvolto noi altri ragazzi poco più che ventenni nelle iniziative per il rilancio e futuro del paese’ spiega Walter Balicco, diventato nel 2019 assessore alla Cultura e Turismo. ‘All’inizio cose piccole, come feste ed eventi locali, ma poi abbiamo capito che qui potevamo investire le nostre energie partendo dalla memoria del nostro territorio.’ Il primo passo è stato un’associazione per far diventare le miniere locali un’attrazione con tanto di percorso ad hoc e produzione di formaggi. Nel 2016 nasce la cooperativa di Comunità ‘I Raìs’ (le radici in dialetto bergamasco) che aggrega questo motivato gruppo di venti giovani, età media di 22 anni, che sanno cosa vogliono dal proprio futuro e rischiano. Con questo capitale umano e con l’appoggio del Comune si scrivono bandi e si bussa alle porte degli enti locali. E i fondi non tardano ad arrivare: un milione di euro dalla Regione Lombardia che insieme al recupero delle miniere aiuta a finanziare anche un ponte tibetano da 500 metri che collega il centro del paese all’area del vecchio tiro al piattello. Nel 2017 con altri due milioni di euro di fondi regionali ha riaperto l’ex albergo Mirasole (chiuso da 15 anni) e poi la trattoria Alpina, insieme all’edilizia scolastica. 

‘All’inizio non è stato facile, molti in paese erano scettici – continua Walter Balicco – e girava la voce che facevamo qualcosa che non aveva futuro, cose da ragazzini idealisti e sognatori. Abbiamo sempre cercato di far passare un’idea di bene comune, è stato un processo lento far capire che il nostro impegno voleva migliorare tutta la nostra comunità’.

Oggi si sono creati 40 posti di lavoro, tra impieghi a tempo indeterminato e stagionali: 15 ragazzi si occupano dei percorsi della miniera e del ponte tibetano tramite un’azienda pubblica municipale, gli altri sono occupati nella cooperativa di comunità che gestisce l’albergo, il ristorante e tanti piccoli appalti pubblici del Comune. In agenda anche un albergo diffuso per non costruire nuovi edifici. 

Gli (ex) ragazzi non si fermano e hanno vinto un nuovo finanziamento per valorizzare l’area ‘wilderness’, ovvero una zona rimasta selvaggia per decenni con sentieri e cartellonistica. Al centro il torrente Parina, da cui deriva il nome della vallata, un ambiente particolarmente suggestivo che caratterizza il suo tratto con diversi spettacolari fenomeni carsici quali ‘marmitte dei giganti’ in marmo bianco. Per ammirarla è stato aperto a ottobre 2023 il ‘Becco’ di Dossena: una passerella a strapiombo su una falesia della Val Parina e sul monte Ortighera. Un’attrazione raggiungibile a piedi attraverso una strada sterrata. Il progetto punta a valorizzazione ulteriormente il sistema delle aree minerarie con una vista a cielo aperto della roccia, elemento che caratterizza in ‘sotterranea’ il percorso di gallerie dismesse. Grazie a tutte queste iniziative a Dossena sono arrivate 40.000 persone negli ultimi due anni.”


Immagine: Ski Dubai (creative commons)