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PuntoSostenibile

Negoziare il clima che cambia

di Diego Tavazzi
pubblicato il 17/05/2022

La nuova edizione di I negoziati sul clima di Federico Brocchieri è una fotografia aggiornata e completa degli accordi internazionali sul climate change, di cui ricostruisce la storia dagli esordi a oggi. Chiarendone i meccanismi di funzionamento, e spiegando perché così spesso i delegati che partecipano a queste conferenze vedono l’alba mentre discutono sulle sfumature di significato di un sostantivo. 

L’aggressione russa all’Ucraina, che ha catalizzato l’attenzione della politica, dei media e dell’opinione pubblica, ha fatto passare in secondo piano quella che rimane la più grave emergenza che la comunità internazionale ha di fronte: il riscaldamento globale e i cambiamenti climatici che questo provoca. La causa è ormai chiara, la crescita delle concentrazioni in atmosfera dell’anidride carbonica e degli altri gas serra riconducibile alle attività umane.
Che continua e anzi accelera: se negli anni '60 l’aumento era di circa 0,9 ppm per anno, nel decennio 2010-2019 è salito a una media di 2,4 ppm all’anno. I risultati sono evidenti: già adesso, con un incremento di 1,09 °C rispetto alla baseline 1850-1900, assistiamo a ondate di calore feroci (l’ultima in India e Pakistan ha sgretolato moltissimi record e ha messo a dura prova le forniture di acqua ed energia), siccità prolungate che spesso sfociano in precipitazioni brevi e violentissime, ecosistemi spinti ai limiti della loro capacità di tollerare gli stress…

I negoziati sul clima

Storia, dinamiche e futuro degli accordi sul cambiamento climatico

Accanto a questi dati, e alla preoccupazione che inevitabilmente innescano, si accompagnano per fortuna parecchi segnali positivi: la crescita impetuosa delle rinnovabili, favorita anche dal crollo dei loro costi, i miglioramenti nell’efficienza e la diffusione di tecnologie, approcci e pratiche che, a tutti i livelli (dall’individuo alle collettività fino alle imprese), puntano a tutelare e rigenerare la biodiversità, anche, ma non solo, per i vantaggi che questo comporta alla lotta al cambiamento climatico.
Inoltre, e questa è un’altra delle voci nella colonna delle “notizie positive”, i grandi consessi internazionali sembrano finalmente aver individuato un percorso per definire un perimetro al cui interno i vari paesi possono agire per ridurre le proprie emissioni di carbonio. Anche se per il grande pubblico gli incontri internazionali sul clima spesso si perdono nel rumore di fondo dei flussi informativi, la verità è che con l’Accordo stipulato a Parigi nel 2015 le nazioni si sono assunte l’impegno di decarbonizzare le proprie economie

Con tempi e metodologie variabili, e soggetti comunque a revisioni nelle Conferenze della Parti che da allora si sono susseguite: tutti passaggi di cui dà conto l’edizione aggiornata di I negoziati sul clima, l’unico libro interamente dedicato alle negoziazioni internazionali sui cambiamenti climatici. Di cui ricostruisce la storia, a partire dalla United Nation Framework Convention on Climate Change, il trattato entrato in vigore nel 1994, quando è stata raggiunta la soglia di ratifiche necessaria da parte dei paesi firmatari, fino alla COP26 di Glasgow e ai prossimi appuntamenti che si terranno nei prossimi mesi.

Oltre alla ricostruzione storica, nel suo libro Federico Brocchieri sfrutta la sua esperienza alle varie conferenze sul clima per spiegarne struttura e meccanismi di funzionamento: le COP sono infatti dispositivi molto sofisticati, che devono cercare un equilibrio tra le istanze di un numero enorme di soggetti e portatori di interesse (ai tavoli negoziali le piccole nazioni del Pacifico si confrontano con Stati Uniti e Cina, ed è facile immaginare quanto sia arduo trovare un accordo tra realtà così diverse), e in cui ogni passaggio – e persino ogni parola nei documenti ufficiali – hanno un significato predefinito e codificato.

Rituali in apparenza bizantini, ma che a oggi sono uno degli strumenti più efficaci di cui disponiamo per creare e rinnovare l’impegno e la cooperazione tra gli stati che sono indispensabili se vogliamo avere qualche chance di invertire la rotta e arrestare il riscaldamento globale.


Immagine: Markus Spiskes (Unsplash)