
Quante volte abbiamo sentito dire che le imprese turistiche sono il traino per lo sviluppo economico, creano posti di lavoro, quasi fossero una bacchetta magica che farà scorrere fiumi di denaro in paesini sulla via dell’abbandono?
Cosa accade però quando una città diventa “città d’arte”, un paese “borgo autentico” e una spiaggia “località instagrammabile”? Cosa succede al territorio e ai suoi abitanti quando i luoghi vengono trasformati a uso e consumo dei turisti? Che impatto ha tutto questo sul nostro patrimonio ambientale e culturale? La verità è che il turismo è la più contraddittoria delle industrie contemporanee. Da opportunità di sviluppo a predazione il passo è breve, dipende dai punti di vista.
Da anni gli scienziati elaborano dati e suggerimenti per evitare i disastri di un turismo incontrollato, ma nessuno finora pare averli ascoltati. Sono soprattutto le loro voci che troverete in questo libro. Insieme a quelle dei pendolari che a stento riescono a salire sul treno per andare al lavoro, del personale dei Pronto soccorso oberato di lavoro, dei guardiaparco che si sentono impotenti di fronte allo scempio di territori fragili, dei cittadini che vedono la sporcizia aumentare nella strada sotto casa e si sentono prigionieri di una massa che rende più difficile ogni attività quotidiana.
Senza criminalizzare il turismo e i turisti, questa nuova inchiesta per la collana VerdeNero punta a riflettere su quali sono gli impatti sociali e ambientali di un settore che per sua natura agisce profondamente nel territorio sul quale insiste. Un turismo a impatto zero non esiste, e un mondo senza turismo non è né possibile né auspicabile, ma l’industria dei viaggi e delle vacanze ha bisogno di cambiare rapidamente, innanzitutto per il suo stesso bene. Cristina Nadotti ci fornisce una preziosa cassetta degli attrezzi per affrontare la questione.
In collaborazione con
Acquistando questo libro si sostiene la campagna di Legambiente “Change Climate Change”, contro le cause e i responsabili della crisi climatica.
Prefazione
di Ferdinando Cotugno
Introduzione
1. Vacanze senza limiti
2. L’illusione del Pil
3. Lavoro, quindi non vado in vacanza
4. I vicini non abitano più qui
5. Vivi in estate, morti in inverno
6. Pendolari tra i turisti
7. Viaggio, quindi sporco
8. Poca neve, tanto caldo
9. Prego, corro, quindi viaggio
10. Una notte d’agosto al Pronto soccorso
11. Quando l’orso partecipa alla sagra
12. Il marchio è green, la realtà grigia
13. La vacanza è social, ma non sociale
Ringraziamenti
Uscita: | aprile 2025 |
ISBN: | 9788866274230 |
Pagine: | 240 |
Formato: | 13,7X20,5 |
Stato: | pubblicato |
Il turismo è qui per rimanere, ed è qui per crescere: riformarlo in modo profondo richiede radicalità, e la radicalità ha bisogno di appoggiarsi ai fatti. Spero e credo che questo libro diventerà la base di lunghe discussioni nelle assemblee dei movimenti che si stanno organizzando contro l’estrattivismo turistico. […] Un mondo senza turismo non è né possibile, né auspicabile, ma il turismo ha bisogno di cambiare rapidamente, innanzitutto per il suo stesso bene. Vorrei che leggessero questo libro anche le persone che lavorano proprio in questo settore: è nel loro interesse capire che una riforma giusta e radicale di certe pratiche è urgente e necessaria.
Dalla prefazione di Ferdinando Cotugno
Cristina Nadotti
Cristina Nadotti, giornalista, vive e lavora a Roma, ma è nata a La Spezia e ha scelto la Sardegna come terra d’adozione. Dopo gli studi di letteratura anglo-irlandese, si è divisa per anni tra il basket professionistico, i viaggi, l’insegnamento e il giornalismo.
Ha cominciato la carriera giornalistica a La Nuova Sardegna, dal...