PuntoSostenibile

Senza un piano e senza soldi

di Marco Moro
pubblicato il 24/11/2023

Uderfinanced Underprepared: titolo più esplicito UNEP non poteva sceglierlo per l’Adaptation Gap Report 2023. In sintesi: siamo lontanissimi dai livelli di finanziamento che sarebbero necessari per dare corpo ai piani di adattamento agli effetti dei cambiamenti climatici. Per i paesi in via di sviluppo si stima che ci vorrebbero dalle 10 alle 18 volte più risorse finanziarie rispetto a quelle messe a disposizione finora, che stanno perfino diminuendo.

Ma quel che è peggio, non esistono nemmeno i piani. E noi, come si dice, “siamo nel mazzo”, unico tra i grandi Paesi europei a non aver ancora adottato il Piano Nazionale di Adattamento previsto dalla normativa comunitaria. Anche se pare si sia ormai vicini al risultato, stiamo parlando del piano, poi per vederne gli effetti... attendere prego, ricalcolo.

Tempeste

Il clima che lasciamo in eredità ai nostri nipoti, l'urgenza di agire
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Stessa storia per una legge sul consumo di suolo. Cosa ha a che fare con il clima? Parlatene a chi abita in Romagna, in Toscana o a Milano, per citare alcuni tra gli eventi atmosferici estremi che hanno fin qui maggiormente caratterizzato il 2023.

E sono sempre di più i report che mirano a mettere in evidenza la distanza tra obiettivi sanciti come necessari e urgenti e quanto stiamo (o meglio, non stiamo) facendo per raggiungerli: il Circularity Gap Report per esempio, che annualmente offre la stima di quanto siamo lontani dalla realizzazione di un’economia circolare realmente capace di impatto a livello globale. Anche il Rapporto Asvis sul livello di raggiungimento dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile al 2030 non è una lettura esattamente rassicurante (come del resto il Rapporto Ispra sul consumo di suolo). 

Se poi prendiamo qualche libro del nostro catalogo, pubblicato magari una decina o più anni fa e scopriamo che c’era già la piena la consapevolezza in merito alla dimensione dei fenomeni da affrontare e alle possibili strategie da adottare, che non mancava nulla: né i dati, né le idee, le pratiche, le tecnologie, a volte nemmeno le politiche, che facciamo? 

Anche se la lettura di queste pietre miliari del nostro catalogo può dare ancora più marcatamente la misura di quanto non è stato fatto, il motivo per cui abbiamo deciso di riproporli in una nuova veste grafica e con nuove introduzioni non è certo per deprimerci meglio, ma anzi. Idee, visioni, storie ancora oggi perfettamente valide e attuali, e quindi l’importanza di mantenere accessibile il lavoro di autori che nei rispettivi ambiti di attività hanno fatto e scritto cose fondamentali: iniziamo con James Hansen e Lester Brown (e ne approfittiamo per rinnovare la veste anche di Noi siamo natura il recente volume di Gianfranco Bologna che ha esaurito la prima tiratura).

Chi verrà dopo? Continuate a seguirci: torneranno a essere disponibili testi da tempo esauriti e tuttora richiesti, o da scoprire per chi non ha ancora avuto modo di sfogliarli.


Immagine: Jen Theodore (Unsplash)