
Verde & Digitale
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Appendice D – Obiettivi di sviluppo sostenibile
Di seguito l’estratto dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals, SDGs) con impatto sulla sostenibilità ambientale e i relativi sotto-obiettivi (target).1 Rappresentano un riferimento in termini di prestazioni e di attività correntemente utilizzati dalle aziende, al di là delle scadenze definite, alcune delle quali relative al 2020.
Obiettivo 2. Porre fine alla fame, realizzare la sicurezza alimentare e una migliore nutrizione e promuovere l’agricoltura sostenibile
2.1 Entro il 2030, porre fine alla fame e garantire l’accesso a cibo sicuro, nutriente e sufficiente per tutto l’anno a tutte le persone, in particolare povere e in situazioni vulnerabili, tra cui i bambini.
2.2 Entro il 2030, porre fine a tutte le forme di malnutrizione, raggiungendo, entro il 2025, gli obiettivi concordati a livello internazionale sulla nutrizione dei bambini sotto i 5 anni di età, sulla soddisfazione delle esigenze nutrizionali di adolescenti, donne in gravidanza e in allattamento e persone anziane.
2.3 Entro il 2030, raddoppiare la produttività agricola e il reddito dei produttori di cibo su piccola scala, in particolare delle donne, dei popoli indigeni, di famiglie di agricoltori, pastori e pescatori, anche attraverso un accesso sicuro e paritario a terreni e ad altre risorse produttive, alle conoscenze, ai servizi finanziari, ai mercati e alle opportunità di valore aggiunto e di occupazione non agricola.
2.4 Entro il 2030, garantire sistemi di produzione alimentare sostenibili e implementare pratiche agricole che aumentino la produttività e la produzione, che aiutino a mantenere gli ecosistemi, che rafforzino la capacità di adattamento ai cambiamenti climatici, a condizioni meteorologiche estreme, siccità, inondazioni e altri disastri, e che migliorino progressivamente il territorio e la qualità del suolo.
2.5 Entro il 2020, mantenere la diversità genetica di semi, piante coltivate e animali da allevamento e domestici e le loro specie selvatiche affini, anche attraverso banche di semi e piante, attraverso una sana gestione a livello nazionale, regionale e internazionale, e promuovere l’accesso e la condivisione equa dei benefici derivanti dall’utilizzo delle risorse genetiche e delle conoscenze condivise, come concordato a livello internazionale.
2.a Aumentare, anche attraverso il rafforzamento della cooperazione internazionale, gli investimenti in infrastrutture rurali, i servizi di ricerca e di divulgazione agricola, lo sviluppo tecnologico e le banche di geni vegetali e animali, al fine di migliorare la capacità produttiva agricola nei paesi in via di sviluppo, in particolare quelli meno sviluppati.
2.b Correggere e prevenire restrizioni commerciali e distorsioni nei mercati agricoli mondiali, anche attraverso l’eliminazione parallela di tutte le forme di sovvenzioni alle esportazioni agricole e di tutte le misure di esportazione con effetto equivalente, conformemente al mandato del Doha Development Round.2
2.c Adottare misure per garantire il corretto funzionamento dei mercati delle materie prime alimentari e dei loro derivati e facilitare l’accesso tempestivo alle informazioni di mercato, anche per quanto riguarda le riserve di cibo, al fine di contribuire a limitare l’estrema volatilità dei prezzi del cibo.
6.1 Entro il 2030, garantire l’accesso universale ed equo all’acqua potabile e alla portata di tutti.
6.2 Entro il 2030, garantire l’accesso adeguato ed equo per tutti ai servizi igienico-sanitari e di igiene, e porre fine ai bisogni all’aperto, con particolare attenzione a quelli delle donne e delle ragazze e di individui in situazioni vulnerabili.
6.3 Entro il 2030, migliorare la qualità dell’acqua per ridurre l’inquinamento, riducendo al minimo il rilascio di sostanze chimiche nocive e materiali pericolosi, dimezzare la percentuale di acque reflue non trattate e aumentare in modo sostanziale il riciclo e il riutilizzo di sicurezza a livello globale.
6.4 Entro il 2030, aumentare sostanzialmente l’efficienza idrica da utilizzare in tutti i settori e garantire ritiri e fornitura di acqua dolce per affrontare la scarsità d’acqua e ridurre in modo sostanziale il numero delle persone che soffrono di scarsità d’acqua.
6.5 Entro il 2030, attuare la gestione integrata delle risorse idriche a tutti i livelli, anche attraverso la cooperazione transfrontaliera a seconda dei casi.
6.6 Entro il 2020, proteggere e ripristinare gli ecosistemi legati all’acqua, tra cui montagne, foreste, zone umide, fiumi, falde acquifere e laghi.
6.a Entro il 2030, rafforzamento della cooperazione per lo sviluppo delle capacità internazionali dei paesi in via di sviluppo nelle attività e nei programmi idrici e sanitari correlati, tra cui raccolta dell’acqua, desalinizzazione, efficienza idrica, trattamento delle acque reflue, riciclo e riutilizzo delle tecnologie.
6.b Sostenere e rafforzare la partecipazione delle comunità locali al miglioramento della gestione idrica e fognaria.
7.1 Entro il 2030, garantire l’accesso universale ai servizi energetici a prezzi accessibili, affidabili e moderni.
7.2 Entro il 2030, aumentare notevolmente la quota di energie rinnovabili nel mix energetico globale.
7.3 Entro il 2030, raddoppiare il tasso globale di miglioramento dell’efficienza energetica.
7.a Entro il 2030, migliorare la cooperazione internazionale per facilitare l’accesso alla ricerca energetica e alla tecnologia, comprese le energie rinnovabili, l’efficienza energetica e la tecnologia avanzata e più pulita dei combustibili fossili, e promuovere gli investimenti nelle infrastrutture energetiche e nelle tecnologie di energia pulita.
7.b Entro il 2030, espandere il sistema di infrastruttura e aggiornare la tecnologia per la fornitura di servizi energetici moderni e sostenibili per tutti i paesi in via di sviluppo, in particolare quelli meno sviluppati, le isole minori e le zone senza sbocco sul mare di stati in via di sviluppo, in accordo con i loro rispettivi programmi di sostegno.
9.1 Sviluppare la qualità delle infrastrutture rendendole affidabili, sostenibili e resilienti, comprese quelle regionali e transfrontaliere, per sostenere lo sviluppo economico e il benessere umano, con particolare attenzione alla possibilità di accesso equo per tutti.
9.2 Promuovere l’industrializzazione inclusiva e sostenibile e aumentare in modo significativo, entro il 2030, la quota di occupazione del settore e il prodotto interno lordo, in linea con la situazione nazionale, nei paesi meno sviluppati.
9.3 Aumentare, in particolare nei paesi in via di sviluppo, l’accesso dei piccoli industriali e di altre aziende ai servizi finanziari, credito compreso, con prezzi accessibili, per permettere la loro integrazione nelle catene e nei mercati.
9.4 Entro il 2030, aggiornare le industrie delle infrastrutture per renderle sostenibili, con una più alta efficienza delle risorse da utilizzare e una maggiore adozione di tecnologie pulite e rispettose dell’ambiente nei processi industriali, conformemente alle rispettive capacità dei paesi.
9.5 Migliorare, entro il 2030, la ricerca scientifica e le capacità tecnologiche dei settori industriali in tutti i paesi, in particolare quelli in via di sviluppo, incoraggiando l’innovazione, e aumentare notevolmente il numero dei lavoratori in materia di ricerca e sviluppo.
9.a Facilitare la formazione di infrastrutture sostenibili nei paesi in via di sviluppo attraverso un maggiore sostegno finanziario, tecnologico e tecnico rinforzato per i paesi africani, quelli meno sviluppati, senza sbocco sul mare e dei piccoli stati insulari in via di sviluppo.
9.b Supportare sviluppo tecnologico interno, ricerca e innovazione nei paesi in via di sviluppo, anche assicurando un ambiente politico favorevole, la diversificazione industriale e il valore aggiunto alle materie prime.
9.c Aumentare in maniera significativa l’accesso alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione e lo sforzo di fornire un accesso universale ed economico a internet in paesi meno sviluppati entro il 2020.
11.1 Entro il 2030, garantire a tutti l’accesso ad alloggio e servizi di base adeguati, sicuri e convenienti, ed eliminare le baraccopoli.
11.2 Entro il 2030, fornire l’accesso a sistemi di trasporto sicuri, accessibili e sostenibili per tutti, migliorare la sicurezza stradale, in particolare ampliando i mezzi pubblici, con particolare attenzione alle esigenze di chi è in situazioni vulnerabili, donne, bambini, persone con disabilità e anziani.
11.3 Entro il 2030, migliorare l’urbanizzazione e la capacità inclusiva e sostenibile per una pianificazione e una gestione partecipative, integrate e sostenibili dell’insediamento umano in tutti i paesi.
11.4 Rafforzare gli sforzi per proteggere e salvaguardare il patrimonio culturale e naturale del mondo.
11.5 Entro il 2030, ridurre in modo significativo il numero di morti e di persone colpite e ridurre sostanzialmente le perdite economiche rispetto al Prodotto interno lordo globale, causate da calamità, compresi i disastri legati all’acqua, con una particolare attenzione verso i poveri e le persone in situazioni vulnerabili.
11.6 Entro il 2030, ridurre l’impatto ambientale negativo pro capite nelle città, con particolare attenzione alla qualità dell’aria e alla gestione dei rifiuti urbani e di altro tipo.
11.7 Entro il 2030, fornire l’accesso universale a spazi sicuri, inclusivi e accessibili, verdi e pubblici, in particolare per donne e bambini, anziani e persone con disabilità.
11.a Dare supporto ai legami economici, sociali e ambientali tra le zone urbane, periurbane e rurali, rafforzando la pianificazione dello sviluppo nazionale e regionale.
11.b Entro il 2020, aumentare notevolmente il numero di città e insediamenti umani con l’adozione e l’attuazione di politiche e programmi volti all’inclusione, all’efficienza delle risorse, alla mitigazione e all’adattamento ai cambiamenti climatici, alla resilienza ai disastri, e diretti a sviluppare e attuare la capacità di gestione del rischio di catastrofi a tutti i livelli.
11.c Supporto ai paesi meno sviluppati, anche attraverso l’assistenza tecnica e finanziaria, nella costruzione di edifici sostenibili e resilienti con l’utilizzo di materiali locali.
12.1 Attuare il quadro decennale di programmi sul consumo e sui modelli di produzione sostenibili, con tutti i paesi, tenendo conto dello sviluppo e delle capacità dei paesi in via di sviluppo.
12.2 Nel 2030, ottenere la gestione sostenibile e l’uso efficiente delle risorse naturali.
12.3 Entro il 2030, dimezzare l’ammontare pro capite globale dei rifiuti alimentari e ridurre le perdite di cibo lungo le catene di produzione e fornitura, comprese le perdite post-raccolto.
12.4 Entro il 2020, raggiungere la gestione ecocompatibile di sostanze chimiche nocive e di tutti i rifiuti in tutto il loro ciclo di vita, in accordo con i quadri internazionali concordati, e ridurre significativamente il loro rilascio in aria, acqua e suolo, al fine di minimizzare gli impatti negativi sulla salute umana e sull’ambiente.
12.5 Entro il 2030, ridurre in modo sostanziale la produzione di rifiuti attraverso la prevenzione, la riduzione, il riciclaggio e il riutilizzo.
12.6 Incoraggiare le imprese, in particolare grandi aziende e multinazionali, ad adottare politiche sostenibili e a integrare le informazioni di sostenibilità nel proprio ciclo di relazioni.
12.7 Promuovere in materia di appalti pubblici pratiche sostenibili, in accordo con le politiche e le priorità nazionali.
12.8 Entro il 2030, fare in modo che le persone ricevano in tutto il mondo le informazioni rilevanti e di sensibilizzazione per uno sviluppo sostenibile e uno stile di vita in armonia con la natura.
12.a Aiutare i paesi in via di sviluppo a rafforzare le proprie capacità scientifiche e tecnologiche in modo che possano muoversi verso modelli più sostenibili di consumo e di produzione.
12.b Sviluppare e implementare strumenti per monitorare gli impatti dello sviluppo per il turismo sostenibile, che crea posti di lavoro e promuove la cultura e i prodotti locali.
12.c Razionalizzare i sussidi ai combustibili fossili che incoraggiano lo spreco, eliminando le distorsioni del mercato, a seconda delle circostanze nazionali, anche attraverso la progressiva eliminazione di quelli dannosi, ove esistenti, in modo da ridurre il loro impatto ambientale, tenendo pienamente conto delle esigenze e delle condizioni dei paesi in via di sviluppo e riducendo al minimo i possibili effetti negativi sul loro sviluppo in modo da proteggere le comunità colpite.
13.1 Rafforzare la resistenza e la capacità di adattamento ai rischi legati al clima e ai disastri naturali in tutti i paesi.
13.2 Integrare le misure di cambiamento climatico nelle politiche, nelle strategie e nelle pianificazioni nazionali.
13.3 Migliorare l’istruzione, la sensibilizzazione e la capacità istituzionale in materia di mitigazione dei cambiamenti climatici, l’adattamento, l’allerta precoce e la riduzione di impatto.
13.a Implementare l’impegno assunto dai paesi sviluppati nella Convenzione quadro delle Nazioni unite sui cambiamenti climatici, con il fine di impegnare congiuntamente 100 miliardi di dollari all’anno entro il 2020, per rispondere alle esigenze dei paesi in via di sviluppo nel contesto di azioni significative di mitigazione e per rendere completamente operativo il Fondo verde per il clima attraverso la sua capitalizzazione nel più breve tempo possibile.3
13.b Promuovere meccanismi per aumentare la capacità di una pianificazione e una gestione efficaci e connesse al cambiamento climatico nei paesi meno sviluppati e nei piccoli stati insulari in via di sviluppo, concentrandosi su donne, giovani e comunità locali e marginali.
14.1 Entro il 2025, prevenire e ridurre in modo significativo l’inquinamento marino di tutti i tipi, proveniente in particolare dalle attività terrestri, compresi i rifiuti marini e l’inquinamento.
14.2 Entro il 2020, gestire in modo sostenibile e proteggere gli ecosistemi marini e costieri per evitare impatti negativi significativi, anche rafforzando la loro capacità di recupero, e agire per la loro rivitalizzazione al fine di raggiungere uno stato sano e produttivo degli oceani.
14.3 Ridurre al minimo e affrontare gli effetti dell’acidificazione degli oceani, anche attraverso una maggiore cooperazione scientifica a tutti i livelli.
14.4 Entro il 2020, regolare efficacemente la raccolta ponendo fine a pesca eccessiva, illegale, non dichiarata e non regolamentata, e alle pratiche di pesca distruttive, e mettere in atto i piani di gestione su base scientifica, per ricostituire le specie ittiche nel più breve tempo possibile, almeno a livelli in grado di produrre il massimo rendimento sostenibile in base alle diverse caratteristiche biologiche.
14.5 Entro il 2020, preservare almeno il 10% delle zone costiere e marine, nel rispetto del diritto nazionale e internazionale e sulla base delle migliori informazioni scientifiche disponibili.
14.6 Entro il 2020, vietare le forme di sovvenzioni alla pesca che contribuiscono a sovraccapacità e pesca eccessiva, eliminare i sussidi che contribuiscono alla pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata e astenersi dall’introdurre nuove sovvenzioni di questo tipo, considerando che un trattamento speciale e differenziato, adeguato ed efficace per lo sviluppo dei paesi meno sviluppati, dovrebbe essere parte integrante dell’Organizzazione mondiale del commercio.
14.7 Entro il 2030, aumentare i benefici economici alle piccole isole dei paesi in via di sviluppo per l’uso sostenibile delle risorse marine, anche mediante una gestione sostenibile della pesca, dell’acquacoltura e del turismo.
14.a Aumentare la conoscenza scientifica, sviluppare la capacità di ricerca e di trasferimento tecnologico marino, tenendo conto di criteri e orientamenti della Commissione oceanografica intergovernativa4 al fine di migliorare la salute dell’oceano e il contributo della biodiversità marina nei paesi in via di sviluppo, in particolare dei piccoli stati insulari e dei paesi meno sviluppati.
14.b Fornire l’accesso alle risorse e ai mercati marini per i piccoli pescatori artigianali.
14.c Migliorare la conservazione e l’uso sostenibile degli oceani e delle loro risorse per attuare la normativa internazionale che si riflette nella Convenzione delle Nazioni unite sul diritto del mare,5 che fornisce il quadro giuridico per l’utilizzo e la conservazione sostenibile degli oceani e delle loro risorse, come ricordato al punto 158 di “Il futuro che vogliamo”.6
15.1 Entro il 2020, garantire la conservazione, il ripristino e l’uso sostenibile degli ecosistemi di acqua dolce e terrestri interni e dei loro servizi, in particolare le foreste, le zone umide, le montagne e le zone aride, in linea con gli obblighi derivanti dagli accordi internazionali.
15.2 Entro il 2020, promuovere l’attuazione di una gestione sostenibile di tutti i tipi di foreste, fermare la deforestazione, favorire il ripristino delle foreste degradate e aumentare notevolmente la riforestazione a livello globale.
15.3 Entro il 2030, garantire la lotta alla desertificazione e il ripristino dei terreni degradati e del suolo, compresi i terreni colpiti da desertificazione, siccità e inondazioni.
15.4 Entro il 2030, garantire la conservazione degli ecosistemi montani e della loro biodiversità, al fine di migliorare la loro capacità di fornire prestazioni essenziali per lo sviluppo sostenibile.
15.5 Intervenire d’urgenza e in modo significativo per ridurre il degrado degli habitat naturali, arrestare la perdita di biodiversità e, entro il 2020, proteggere e prevenire l’estinzione delle specie minacciate.
15.6 Promuovere la ripartizione giusta ed equa dei benefici derivanti dall’utilizzo delle risorse genetiche e promuovere l’accesso adeguato a tali risorse, come concordato a livello internazionale.
15.7 Adottare misure urgenti per porre fine al bracconaggio e al traffico di specie di flora e fauna protette, e affrontare sia la domanda sia l’offerta di prodotti illegali della fauna selvatica.
15.8 Entro il 2020, adottare misure per impedire l’introduzione e ridurre significativamente l’impatto delle specie esotiche invasive negli ecosistemi di terra e acqua e controllare o debellare le specie prioritarie.
15.9 Entro il 2020, integrare i valori dell’ecosistema e della biodiversità nella pianificazione nazionale e locale, nei processi di sviluppo, nelle strategie e negli indirizzi di riduzione della povertà.
15.a Mobilitare e aumentare in modo significativo le risorse finanziarie da tutte le fonti al fine di conservare e utilizzare in modo durevole la biodiversità e gli ecosistemi.
15.b Mobilitare risorse significative da tutte le fonti e a tutti i livelli per finanziare la gestione sostenibile delle foreste e fornire adeguati incentivi ai paesi in via di sviluppo per far progredire tale gestione, anche per la conservazione e la riforestazione.
15.c Rafforzare il sostegno globale agli sforzi per combattere il bracconaggio e il traffico di specie protette, aumentando la capacità delle comunità locali di utilizzare mezzi di sostentamento sostenibili.
Note
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1. Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, Obiettivi di sviluppo sostenibile | SDGs (https://bit.ly/3pMsqjw).
2. Il Doha Development Round è il tavolo di negoziazione della World Trade Organization (WTO) per ridurre le barriere commerciali e favorire gli scambi.
3. Il Fondo verde per il clima (Green Climate Fund, GCF) è un fondo attivato all’interno della United Nations Framework Convention on Climate Change (UNFCCC) per la lotta al cambiamento climatico, che ha il mandato di supportare i paesi in via di sviluppo (https://bit.ly/3pHtfKr).
6. “Il futuro che vogliamo” (Future We Want): documento programmatico della Conferenza delle Nazioni unite sullo sviluppo sostenibile, tenutasi a Rio de Janeiro il 20-22 giugno 2012 (nota anche come Rio 2012 o Rio+20).